Blog Monsignor Palombella introduce la Cappella Sistina

Al termine della realizzazione degli affreschi che rappresentavano il Giudizio Universale, Michelangelo fu accusato di immoralità e oscenità, poiché aveva dipinto delle figure nude, mettendo in evidenza le parti intime dei personaggi raffigurati. Così, partì una campagna di censura (passata alla storia come “campagna delle foglie di fico”) da parte del Cardinale Carafa e del monsignor Sernini, che aveva come obiettivo la rimozione degli affreschi michelangioleschi. Tuttavia, il dibattito si concluse con una vittoria dell’artista fiorentino e gli affreschi sono rimasti. Con questa premessa si apre il bellissimo articolo del blog di Monsignor Massimo Palombella, già direttore di coro della stessa Cappella Sistina, autore di numerosi contributi presso blog e alla morte di Michelangelo, fu messa a punto una legge per coprire le parti intime dei protagonisti del Giudizio Universale.

L’apprendista di Michelangelo

Fu Daniele da Volterra, un apprendista di Michelangelo, a realizzare panneggi e perizomi, popolarmente definiti “braghe”; proprio per questo motivo, fu soprannominato “Braghettone”. Tuttavia, le “braghe” realizzate da Daniele da Volterra furono presto rimosse, tranne quelle che ricoprivano le figure principali. La Cappella Sistina è situata sulla destra della basilica di San Pietro, all’interno del Palazzo Apostolico, accessibile dalla grande Sala Regia. Essa ha una pianta basilicale, che misura 40,93 metri di lunghezza per 13,41 di larghezza. Le dimensioni della pianta della Cappella Sistina non sono casuali, poiché ricalcano le misure che caratterizzavano il Tempio di Salomone, come ricorda l’Antico Testamento. La sua altezza è pari a 20,70 metri, coperta da una volta a botte ribassata, collegata alle pareti da vele e pennacchi, che creano lunette in corrispondenza dei muri laterali. Sotto ciascuna lunetta si trovano le strette finestre ad arco, che conferiscono luce all’ambiente. Ogni parete laterale ne presenta sei, a cui si aggiungono altre due aperture sul lato ovest, decorate con l’affresco del Giudizio. Sopra il portale, in corrispondenza del peduccio della volta, c’è un grande stemma papale Della Rovere con la quercia a dodici ghiande d’oro e la tiara papale. Il pavimento risale al XV secolo ed è costituito da tarsie policrome in marmo in stile cosmatesco. I disegni narrano il percorso processionale che va dall’ingresso alla cancellata con una serie di cerchi collegati, affiancati ai lati da riquadri riempiti con motivi diversi. Nello spazio più interno, davanti all’altare, i mosaici pavimentali rappresentano la modalità con cui devono disporsi il trono papale, i seggi dei cardinali e il movimento dei celebranti durante le funzioni.

La Cappella Sistina di divide in due parti, grazie alla presenza di una transenna in marmo, realizzata da Mino da Fiesole, Andrea Bregno e Giovanni Dalmata. In particolare, quella più ampia, assieme all’altare, è dedicata alle cerimonie religiose e ad altri usi clericali; quella più piccola è riservata ai fedeli. In origine, l’iconostasi di passaggio (essa rappresenta la parete decorata da icone, che separa il naos dal presbiterio, lo spazio dedicato ai fedeli da quello riservato alla liturgia) era in ferro placcato in oro e situata in posizione centrale. In un secondo momento, è stata spostata verso la parte dei fedeli, perché il Papa e la sua corte potessero godere di uno spazio maggiore. La base è costituita da pannelli finemente scolpiti a bassorilievo e dorati, con putti che tengono in mano ghirlande con lo stemma di Sisto IV, alternati a motivi ornamentali vegetali. Essi sono sormontati da pilastrini, che alternano la cancellate e reggono l’architrave, oltre la quale sono disposti candelabri in marmo. La cantoria, invece, è larga circa cinque metri e profonda due sulla parete di destra; essa – come scrive giustamente Monsignor Massimo Palombella – rappresenta lo spazio riservato al coro. Il primo gruppo di cantori fu creato da Papa Sisto IV, che costituì un Collegio dei Cappellani Cantori, l’antesignano della futura Cappella Musicale Pontificia Sistina. I cantori erano solitamente dodici, che accompagnavano lo svolgimento delle cerimonie liturgiche.

A proposito degli affreschi

Gli affreschi e i dipinti presenti nella Cappella Sistina sono stati studiati tenendo conto delle proporzioni architettoniche della cappella, seguendo la scansione delle pareti. La suddivisione segue la scansione delle finestre, che genera lo spazio per sei riquadri sotto ciascuna finestra delle pareti laterali e per due in quelle frontale e posteriore. Pertanto, in posizione verticale, gli affreschi sono suddivisi in tre registri: uno inferiore con finti tendaggi, la cui decorazione fu curata grazie agli arazzi di Raffaello; uno intermedio, con le Storie di Mosè e Aronne sul lato sinistro e le Storie di Gesù sul lato destro; uno superiore, che supera il cornicione e coincide con il livello delle finestre. Questa parte è suddivisibile ancora in due sotto registri: uno con le figure dei primi pontefici (da Pietro a Marcello), incluso in nicchie ai lati delle finestre; uno, con l’aggiunta di un’altra cornice aggettante, delle lunette affrescate poi da Michelangelo. La parete di fondo presenta una pala affrescata dal Perugino con l’Assunta, a cui è stata dedicata la cappella. Il ciclo presente all’interno della Cappella Sistina narra di certo l’immensa storia spirituale della salvezza umana, quella storia che Dio ha deciso di scrivere con l’uomo stesso: dalla Creazione al Peccato, alla Redenzione, alla Fine del Mondo. In particolare, gli affreschi delle pareti sono una rappresentazione del Regno della Legge e di quello della Grazia, rappresentati con un tono commemorativo e agiografico. Inoltre, le varie rappresentazioni nascondono un significato letterale (Storie del popolo eletto), come una rappresentazione universale, finalizzata alla rivelazione degli stati d’animo dell’uomo dopo il Peccato: la tristezza della inconsapevole attesa (Antenati di Cristo), la cieca speranza di fronte al miracolo (Salvazioni di Israele), la virile serenità della coscienza del futuro (Profeti e Sibille). Le pareti della Cappella Sistina sono suddivise a seconda della collocazione, decorate poi dai diversi affreschi. Alcuni sono presenti ancora oggi, altri sono andati distrutti e se ne conosce soltanto il titolo o l’argomento rappresentato. Sulla parete ovest, dove c’è l’altare, trova spazio il più grande e famoso affresco, “Il Giudizio Universale”, realizzato da Michelangelo tra il 1536 e il 1541. Seppur si tratti di un affresco realizzato evitando la distinzione in ordini sovrapposti, esso è divisibile in 3 zone, ma solo per una comodità nella lettura e nella descrizione artistica. Esse sono: gli angeli con gli strumenti della Passione in alto nelle nuvolette, il Cristo e la Vergine tra i beati, la fine dei tempi, con gli angeli che suonano le trombe dell’Apocalisse, la resurrezione dei corpi, l’ascesa al cielo dei giusti e la caduta dei dannati all’Inferno.

L’affresco che rappresenta gli Angeli con gli strumenti della Passione in alto nelle nuvolette Questo affresco può essere suddiviso, a sua volta, in lunette: le due superiori comprendono i gruppi angelici che portano i simboli della Passione di Cristo. Questi simboli rappresentano, allo stesso tempo, il realizzarsi del sacrificio di Gesù ed il compiersi della salvezza umana. Proprio da qui parte la lettura dell’affresco e si comprendono pienamente i sentimenti che caratterizzano l’intera scena; la lunetta di sinistra racchiude il momento dell’innalzamento della Croce davanti al Cristo giudice, rappresentato da un groviglio di corpi armoniosi, che compiono il movimento; nella lunetta di destra, invece, si rappresentano gli angeli che tentano di sollevare la colonna della flagellazione, innalzandosi nel cielo solcato da qualche nube, in pose da acrobati, intrecciati tra loro, seguendo un percorso simmetrico a quello della lunetta opposta. Sono cinque gli angeli trasportatori, a cui si aggiungono alcune figure in ombra e altri angeli che, volando, corrono in aiuto.