Liposuzione: quali sono le tecniche più utilizzate

Liposuzione deriva da due termini latini: lipo cioè grassi e suzione cioè aspirazione. L’etimologia della parola quindi spiega subito che cosa vuol dire: aspirare i grassi. Questa procedura così richiesta nel campo della medicina estetica prevede di inserire una sottile cannula nella parte da operare e risucchiare via il grasso in eccesso.

Può modificarsi di volt in volta la tecnica con cui il chirurgo plastico decide di sciogliere e disgregare i tessuti lipidici. Ecco quali sono le alternative più usate per la liposuzione Roma.

Prima alternativa: la tecnica tumescente

Si parla di tecnica tumescente quando il chirurgo inietta un liquido particolare nella zona da operare. la soluzione di Klein, così chiamata in gergo, contiene un vaso costrittore che ha il compito di ridurre l’apporto di sangue. Inoltre, è presente la lidocaina, cioè un anestetico locale, e anche un prodotto che interagisce con le cellule di grasso, sciogliendo la parte cellulare.

A questo punto, il chirurgo aspira via tutto il liquido e il grasso sciolto con la cannula. Dopo l’intervento è frequente che vengano lasciti dei drenaggi per favorire l’espulsione dei liquidi in eccesso. Questa tecnica è molto valida e si usa soprattutto sulle zone più estese del corpo.

Seconda soluzione: la luce laser

Per la liposuzione Roma si può ricorrere anche al laser. In questo caso, sulla sommità della ancora più sottile cannula aspirante è presente una luce laser che scioglie il grasso. Il laser permette una rimodellamento preciso e molto accurato perciò si preferisce usare questo strumento sulle zone più delicate del corpo, soprattutto su mento, collo e viso.

Dopo l’intervento restano delle cicatrici ancora più piccole e impercettibili, quindi è preferibile intervenire in questo modo sulle zone più in vista.

Terza opzione: la tecnica vibrante

Esiste anche una terza opzione per la liposuzione Roma cioè la tecnica vibrante. La cannula aspirante è collegata a un manicotto che le trasmette la vibrazione per garantire una disgregazione ottimale dei depositi digrasso localizzati e ostinati che non se ne vanno via nemmeno con la dieta e l’esercizio fisico.